Chi conosce Stefano Giuliani e la sua visione di gara probabilmente già immagina come si è svolta la tappa odierna; chi ha avuto modo di conoscerlo in competizioni come quella odierna di certo non lo dimentica.

La settima frazione, con partenza ed arrivo ad Izu, presenta un circuito da ripetere 10 volte per un totale di 122 chilometri e 3.800 metri di dislivello.

La tappa segue l’impegnativa frazione con la scalata al Monte Fuji, la stanchezza in gruppo inizia ad essere evidente. Marino Kobayashi è dodicesimo in classifica generale, poco dietro Federico Zurlo il quale è in lotta per la conquista della classifica a punti. Si potrebbe restare in gruppo, attendere le azioni degli avversari e provare ad anticiparli nel finale. Ma Giuliani ed i sui atleti non la pensano così.

Sin dalla partenza si susseguono gli scatti, oggi in fuga riesce ad andare solo chi ha davvero una buona condizione. Si seleziona un ristretto plotoncino nel quale ci sono, non a caso, Kobayashi e Zurlo.

Il vantaggio aumenta fino a quasi quattro minuti. Il Tour of Japan a questo punto è riaperto. Federico Zurlo, già vincitore di una tappa in questa competizione, lascia i compagni di fuga e prova un’ardita azione solitaria. In questo modo Kobayashi può dosare le forze in vista di eventuali sviluppi in ottica classifica generale.

Il gruppo, con le squadre escluse dall’azione, inizia un forcing che fa letteralmente saltare ogni piano. E’ ormai un gara “tutti contro tutti”. Federico Zurlo viene riassorbito dalla fuga prima e dal gruppo poi, ma la sua azione è stata tanto spettacolare quanto utile. Si è aggiudicato i traguardi intermedi andando così a prendere il primo posto nella classifica a punti, ha permesso ai compagni di squadra di gestire le forze e, soprattutto, ha cercato la grande impresa.

In questa fase Marino Kobayashi è ancora nel gruppo di testa che procede scatti. Lui preferisce gestirsi, si fa riassorbire dal plotone degli inseguitori. E’ un continuo scatto e ne approfitta lo spagnolo Torres che riuscirà ad avvantaggiarsi ed arrivare sino al traguardo.
Il tenace Kobayashi sarà decimo, recuperando posizioni in classifica generale che ora lo vede in ottava posizione e terzo nella speciale classifica riservata ai giovani.

Si potevano attendere le mosse del gruppo, ma probabilmente da oggi anche in Giappone conoscono la “Monzon bike philosophy”, dal soprannome “Monzon” attribuito a Stefano Giuliani, una interpretazione di gara che lo contraddistingue da sempre: lavorare per un obiettivo, provarci anche quando sembra impossibile e crederci fino alla fine.

Ed ora attendiamo l’atto finale di questo spettacolare Tour of Japan, si arriverà a Tokyo, un prestigioso epilogo nel quale, siamo certi, lo spettacolo non mancherà.

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